Si può finalmente trovare in tutte le librerie Una cartolina da Detroit di João Ricardo Pedro, pubblicato originariamente dalla casa editrice Dom Quixote e venduto dalla nostra agenzia a Nutrimenti.
Sono passati trent’anni dall’incidente ferroviario di Alcafache del 1985, il più grave della storia portoghese. João si ritrova ancora una volta a pensare all’ultimo istante prima dello scontro tra i due treni e alla telefonata della polizia per comunicare che lo zaino di sua sorella Marta è stato ritrovato tra i rottami. Non riesce a spiegarsi perché Marta abbia preso quel treno, né perché l’amica da cui passava le vacanze si sia suicidata nella vasca da bagno. Decide allora di indagare, cercando di rimettere insieme i pezzi di un puzzle confuso, evanescente, fatto di ricordi e deduzioni ai limiti del reale. Vuole far rivivere la sorella, approfondire i lati della sua personalità a lui fino a quel momento nascosti, ricostruire la sua vita prima della scomparsa. Per farlo interroga i suoi quaderni zeppi di disegni, una sorta di diario visivo in cui scorge quasi esclusivamente ritratti di ambigui personaggi che popolano le piazze e i vicoli della Lisbona più malfamata, un universo nel quale lui stesso è completamente assente.
Nel suo nuovo romanzo, João Ricardo Pedro torna a costruire uno straordinario labirinto narrativo disseminando enigmi e frammenti di passati reali o immaginari, e procedendo con un’eccezionale padronanza d’espressione sul confine sottilissimo che esiste tra normalità e follia.
“Pedro possiede un vero talento per la scrittura. Nelle sue pagine si ritrova uno dei maggiori misteri e piaceri della letteratura: l’arte della suggestione, di far percepire una cosa scrivendone un’altra”.
Observador
“Una cartolina da Detroit è la narrazione di una memoria abitata dal burlesco e dall’osceno, dal poetico, dall’eccesso senza eccessi di emozione, dall’assenza di senso. Stiamo dentro una testa alla deriva, ma guidati da uno scrittore con un obiettivo ben definito: non dare risposte, intralciare, farsi condurre dall’invenzione come grande opportunità di fuga”.
Público