Alcide Pierantozzi, scrittore ora in libreria con “Ivan il terribile” (Rizzoli), su Affari Italiani prende una posizione originale sul self-publishing. Secondo lui la differenza tra self-publishing e editoria tradizionale non è poi molta, dato che l’editoria ormai è schiava delle logiche di mercato. “La persona dell’Editore, cui l’editor si rivolge quando ha selezionato un manoscritto, non legge praticamente mai il testo in questione e lo dà alle stampe sulla fiducia. Perciò, se l’editor non è un vero intellettuale (anche laddove l’editore per il quale lavora lo fosse), non capisco dov’è la differenza di qualità tra un testo auto-pubblicato e un testo uscito per una “vera” casa editrice. Esiste solo una differenza superficiale di marchio e di distribuzione tra i due prodotti.” Pierantozzi mette molto bene il dito sulla piaga quanto allo stato disastroso dell’editoria nel nostro paese, dove la rincorsa al successo nelle vendite, per quanto riguarda i grandi gruppi editoriali, passa sopra a qualsiasi cura e rispetto per gli autori e i testi. “È inutile raccontarsi frottole, è sotto gli occhi di tutti il disastro culturale in cui si è gettata l’editoria italiana (e non è un problema di copie vendute, visto che in Italia i libri riscuotono successo molto più che altrove). L’ossessione del venduto ha lesionato il cervello di quasi tutti gli addetti ai lavori ed è comprensibile, visto che se gli editor fanno scelte sbagliate sul piano commerciale vengono espulsi dai “piani alti” e devono cambiare mestiere. Solo qualche anno fa sembrava che tutta la comunità letteraria dovesse opporsi in prima persona contro questo sistema, ma ad oggi è l’editor stesso ad aver introitato al punto questo principio di mercificazione del libro da non riuscire più a liberarsene, pena la morte del proprio potere.” E quindi, a chi può rivolgersi un autore per ricevere le cure e le attenzioni che una volta gli venivano tributate dall’editor e dalla redazione? In futuro, prevedo che saranno sempre più gli agenti letterari a svolgere questo ruolo. Anche Pierantozzi propone due soluzioni: “mi pare che stia succedendo qualcosa di orribile al quale bisogna rispondere in due modi. Uno, riconsegnando l’editoria nelle mani dei grandi intellettuali ‘laureati’; due, eliminando in modo drastico e naturale chi dimostra di non saper fare questo lavoro – che è un lavoro sacro”.

[…] Gli editori pubblicano i libri senza leggerli… tanto vale …“La persona dell'Editore, cui l'editor si rivolge quando ha selezionato un manoscritto, non legge praticamente mai il testo in questione e lo dà alle stampe sulla …www.ac2.eu/…/gli-editori-pubblicano-i-libri-senza-leggerli-tan… […]
Concordo. Luigi Bernardi, che lavorò nella piccola editoria ma anche in quella grande (Einaudi Stile libero) diceva che il grande controsenso sta nel fatto che a selezionare, scremare, scgeliere i manoscritti siano dei cococo, magari con poca esperienza.